domenica 7 settembre 2008

Uno scritto perduto

Per mettere insieme una semiseria spiegazione al mio infamante blog non ho trovato di meglio che una massima di Nietzsche. A grandi spanne dice che bisogna parlare solo quando non è dato di tacere e si deve parlare di qualcosa che si è superato. Questo per colpire al cuore della verità; il resto è solo chiaccherata, divagazione, pettegolezzo, letteratura.

Intanto io parlo al passato e la più ovvia conseguenza è che ciò di cui parlo risorge da lì. Sono stato un "pubblico" cornuto e ho giocato con mia moglie per la mia torbida eccitazione ad essere umilitato. Le ho edificato sopra profonde passioni il riparo indispensabile per vivere lontana da sensi di colpa la loro grande storia d'amore. Fui la corda elastica del primo lancio, il suo rassicurante istruttore, il nodo di sicurezza, la rete di salvataggio. Soltanto un inaspettato rovescio di fortuna volle che da tutto quel pericolo di rimorsi ed espiazioni, fu invece lui ad esserne travolto (e chissà se qualcuno un giorno troverà un responsabile in un infinitesimo difetto di costruzione).

Ma senza saltare gli ostacoli di quel che la mia memoria vorrà fissare nel blog, dirò che ciò di cui parlo l'ho comunque superato. Già mentre scrivo rivedo alterate le pur vivide impressioni, e la droga della mia imperturbabilità tutta intellettuale mi spinge a creare nuovi sensi, inediti significati a cose essenziali e persino estranee a quella lurida voglia. Una vita superata e tanto fertile fino a sentirla, per un eccesso di sensibilità, al di fuori di sè e confonderla con una storia di altri corpi.

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